Stefano Santoro, personaggio alcamese dalle mille sfaccettature, influencer, regista, giornalista di scalpore, ambasciatore della cultura italiana. Figura legata alla LT Joseph Petrosino Association e al Festival della musica italiana, organizzata dall’Associazione culturale italiana di New York.
Quando si comincia un’intervista con una figura peculiare come Stefano Santoro si viene pervasi da una certa frenesia di conoscerlo meglio. Basta soffermarsi su You tube o Google e avere un quadro del Titano che abbiamo in video-zoom. Si definisce Freelance e Cameraman, piuttosto che Fotoreporter, tuttavia, ha scritto corposi articoli per vari giornali. Per intenderci, figlio di Carabiniere è stato educato ai veri valori dell’onestà e della legalità, da qui il suo interessamento e studio per alcuni casi difficili di cronaca giudiziaria. Stefano è un insieme di mille sfaccettature, altresì legato alla cultura, che per lui è primordiale. Fa parte dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Long Island di New York e della LT Joseph Petrosino Association. Il bisogno di avvicinarsi a quest’ultima è stata dettata dal fascino che Joe Petrosino gli incuteva e, che come ricorda la storia, è stato il primo poliziotto ucciso in Sicilia, a Palermo. Il suo avvicinarsi all’Association è stato talmente forte, da poter condividere tutti gli ideali di giustizia e fare in modo che la figura di Joe Petrosino non venga mai dimenticata. Giunto a New York nel 2006 per una decisione casuale, dopo una vacanza di tre mesi e dopo aver incontrato una persona che gli proponeva di far parte di una società di audiovisivi, decide di rimanerci, non per questione di lavoro, ma per scelta, anche e principalmente affettiva. La nostalgia dell’Italia è, tuttavia, sempre forte. È stato fino a 6 anni fa Organizzatore e Direttore Artistico di un prestigioso Festival della canzone italiana in America. Si tratta del “Festival della musica italiana”, organizzato insieme all’”Associazione culturale italiana”, un vero e proprio esempio della cultura italiana. Racconta che si dava la possibilità a tanti cantanti italiani di esplicare il loro sogno negli States. Cantanti giunti da tutte le parti del mondo, selezionati persino dall’Australia. Tanti rimangono amici per sempre e non tagliano mai quel cordone che li lega alle proprie origini. Stefano rievoca il suo incipit come videomaker. Risale al 1987, anni delle radio libere, in cui si telefonava per richiedere le canzoni da dedicare ad amici, fidanzati. Lì il suo inizio, proprio ad Alcamo, come speaker su “Radio 103”, dove nella stessa sede della radio c’era una televisione privata, “Alpa 1”, che copriva il territorio della Sicilia occidentale. Nel 1988, quando era già manager di quella radio, si liberò un posto come Cameraman. Il videomaker, nonostante le difficoltà iniziali, diede subito prova delle sue capacità, grazie alla grande passione. La “consecutio temporum” fu che, dopo un paio di mesi, gli fu affidato un ruolo di grande responsabilità. Era un nuovo modo, afferma, di fare informazione, con ascolti altissimi. Poche televisioni private, infatti esisteva RAI 1, RAI 2, RAI 3 e poi Alpa 1; mentre Canale 5 e Mediaset non c’erano ancora. Oltre che Cameraman, ha avuto ruoli di regista. Menziona la trasmissione di enorme successo “Viva l’estate”, girata in spiaggia, una vera e propria novità per quel periodo. Un’altra trasmissione di successo fu “Underground”, contenitore musicale, dopo un viaggio di piacere a Londra, in cui aveva attinto idee, con il caro amico Nicola Calvaruso. Il suo spirito libero, che lo ha reso peculiare Cameraman, Videomaker e Regista in America, deriva da diversi fattori, in primis dalla libertà che gli Americani, per la loro forma mentis, consentono a chiunque, senza fare critiche o esprimere giudizi. L’America, sua seconda patria, ripete Santoro, gli ha donato la libertà di pensiero che gli ha impresso tanta fiducia in sè stesso. Si sente di ringraziare la moglie che ha incontrato in America, per aver contribuito a trasmettere certezze e sicurezze nel manifestare sempre liberamente le sue idee. Porge il grazie alle varie Associazioni di cui fa parte ed un particolare ringraziamento a Josephine Buscaglia Maietta, giornalista italoamericana e Promoter della trasmissione “Sabato italiano” di Radio Hofstra University di New York per la diffusione radiofonica delle sue splendide qualità professionali ed artistiche. L’epilogo della nostra intervista a Stefano Santoro è davvero emozionante. Si rivolge dall’Europa all’Australia per dare il suo affetto. È una sua promessa ed invito a non perdere mai la conoscenza e l’uso della lingua Italiana, che va coltivata giorno per giorno. È importante, sostiene, insegnare ai propri figli l’italiano, i dialetti, la letteratura, i proverbi, gli usi, le tradizioni. La storia ha fatto brillare tanti uomini in Sicilia ed eroi anche in tutta l’Italia. Non bisogna accantonare mai le origini e i saperi, ci congeda emozionandoci. Sono questi gli ingredienti che rendono “lo stivale degno del suo tricolore”. La Sicilia con la nazione tutta, non è terra di sangue e onore, ma paese d’amore e di passione.