
Joe Bacco, proprietario di locali di grande fama in America. Prima tassista per cinque anni, la gelateria “Cafè Firenze”, poi “Firenze Restaurant”. Per completare il ristorante “Il Bacco” e “Trattoria 35″, il tutto a New York. Conversione per un tragico incidente aereo e totale dedizione a Padre Pio.

Pensare a Joe Oppedisano è come vagheggiare i sogni, mentre si guardano le nuvole in cielo. La sua vita è stata tutta un sogno, sin da bambino. Joe è detto anche “Il Bacco”, come il suo omonimo e splendido ristorante del Queens a New York. È sposato e la moglie Teresa al Restaurant si dedica alla contabilità. Dal matrimonio sono nati tre figli, la prima Tina Maria 33 anni che si occupa del catering, il secondo Salvatore 30 anni che fa l’accoglienza ai clienti. Il figlio minore, Franco, in un altro ristorante più piccolo, che funziona molto bene ed è denominato “Trattoria 35, a 4 km da “Il Bacco”. Ora l’ultimo figlio ha deciso di arruolarsi nei Marines per la vita militare, così ci racconta papà. Oppedisano ci accoglie con una gran desiderio di incontrare “un pezzo d’Italia” e inizia il suo racconto sull’approdo della sua cara zia nel 1969. Un giorno si rivolse al papà, ricordandogli che essendo già americana, avrebbe fatto l’atto di richiamo ai genitori di Joe, che avevano sei figli. Si pensava che sarebbero passati 10 anni e che lui, essendo il maggiore ne avrebbe avuti venti alla chiamata, il tempo giusto per realizzare il futuro ed una carriera. Passarono, invece, soltanto tre anni, quando il ragazzo aveva tredici anni. Doloroso il distacco da parenti e amici, per arrivare nella “Terra promessa”, quella che sarebbe divenuta la sua seconda patria. L’otto aprile del millenovecentosettantadue Joe arriva in America insieme al suo papà. Una numerosa e meravigliosa famiglia, con tante speranze, Giuseppe, Vincenzo, Pietro, Rocco, Maurizio e Anna Maria, cinque maschi ed una femmina. Lo zio del giovane calabrese lo scrive in una scuola americana per alunni che non parlavano l’inglese, nell’High School, che frequenta per due anni e mezzo. Poi un giorno Joe si confida con un professore, con il quale aveva instaurato un rapporto confidenziale e gli comunica che vorrebbe lasciare la scuola per il lavoro. Intanto lucidava le scarpe e consegne in pizzeria. Il professore insistette affinché finisse gli studi e così li completò. A diciotto anni, finalmente, si cerca un lavoro. Fa il tassista per cinque anni, comprando, senza avere soldi, un taxi per conto proprio. Aveva cinque amici, a cui chiede duemila dollari ciascuno, poi, grato, gli restituisce la somma dovuta. Si era raccolto un gruzzoletto ed ogni anno ritornava in Italia per vedere la sua cara nonna, che era ancora viva. Un anno si fermò a Firenze, dove c’era una nota gelateria “Vivolo”, che esiste ancora. È lì che si chiese se fosse il caso di portare il gelato in America, dato che negli USA c’erano dolci diversi, ma non l’ice-cream italiano. Va a Bologna e compra tutti i macchinari ed apre una gelateria a New York nel settembre millenovecentoottantadue, “Gelateria caffè Firenze”. Si rende conto del “fiasco”, poiché faceva più soldi con il taxi. Decide, perciò, di mutare la gelateria in ristorante con il nome “Firenze Ristorante”, nell’ ottantaduesima strada. Dopo sei mesi i personaggi famosi andavano a mangiare lì, tra cui Brooklyn Shields e Salma Sharon. Dopo cinque anni un grande successo per il locale, tanto che tutte le sere era pienissimo. Cucina rigorosamente italiana, con prodotti di prima scelta che ammaliano i commensali. È lì che ha ospitato anche tanti italoamericani, amanti della cucina italiana, tra cui la giornalista Castelvetranese, Cav. Josephine Buscaglia Maietta. Joe Bacco è stato ospite nella trasmissione radiofonica Sabato italiano di Radio Hofstra University di New York, condotta da Josephine Maietta, portatrice della cultura italiana nel mondo. La figura di Joe Bacco è legata ad un episodio particolare, che ha segnato la sua vita e la sua conversione. Un evento lo costringe a subire ventisette operazioni, dopo un incidente con il suo aereo privato. Operazioni alla schiena, occhio e gambe, in una grave situazione che per la sua gravità lo fa definire, come ipse dicit, “Miracolato”, per delle misteriose circostanze che si riserva di raccontare in seguito. Un aereo a quattro posti, di cui Joe, avendo preso il brevetto quarant’anni fa, era il pilota. Ama gli americani e gli Italoamericani, ma detesta le gelosie. Ci comunica che verrà in Italia in Agosto e porterà la moglie, oltre che ad Amalfi per un matrimonio, anche in Calabria e Sicilia. Un’intervista giunta all’epilogo in cui vuole ringraziare Padre Pio. Si sente devoto per la grazia ricevuta, che attribuisce alla sua intercessione. Ha regalato una proprietà alla Fondazione di Padre Pio ed ha comprato una statua grandissima del Santo di Pietralcina. Adesso aspetta l’ok per iniziare i lavori per la costruzione di un Santuario in onore del Santo, per il quale ogni anno si reca a San Giovanni Rotondo. Si congeda commosso per un’intervista dal sapore tutto italiano, salutando dall’America tutti coloro che amano gli italiani all’estero.
