Pierette Domenica Simpson e Quella maledetta notte del 25 luglio 1956… L’evento che fece risucchiare in mare la più sontuosa ed elegante nave del mondo. Commemorazioni a Boston. Agli italiani all’estero fino in Australia per ricordare quanto sia importante la sicurezza in mare. La marina italiana, esperta e pregevole.
Una storia… la storia infinita di una notte, di quella maledetta notte del 25 luglio 1956. Tutto ci riporta a quell’evento, che fece risucchiare in mare la più sontuosa ed elegante nave del mondo. È con queste parole che comincia il racconto della nostra superstite italiana, Piera. Il suo nome, in America ora Pierette, è bello quanto lei. Era lì, dal porto di Genova, che si era imbarcata la piccola Pierette Domenica Simpson, allora una bambina di nove anni. Incantevole e assai aggraziata, dagli occhi grandi ed espressivi, che per i suoi capelli e il suo temperamento ricorda l’attrice Rita Hayworth. Pierette, nata a Pranzalito, frazione di San Martino Canavese, in Piemonte era la gioia dei suoi nonni. La mamma era partita per l’America, quando lei aveva solo 15 mesi. Non aveva avuto una vita facile, perciò il sogno americano, pensava potesse essere il futuro della sua piccola, dato che non aveva un papà. Da un po’ di tempo la mamma insisteva con i nonni, perché la bimba andasse a vivere con lei e la nuova famiglia a Detroit. Fu così che, sebbene spaventati di affrontare il nuovo mondo, i “grandparents” decisero di trasferirsi anche loro negli USA. Salutati a malincuore, con un groppo alla gola compagni di scuola, amici e parenti, fecero il biglietto della nave per emigrare. L’occasione era quel transatlantico “sicuro” che trasportava circa 1200 persone e un folto numero di marinai e ufficiali. Era la nave più maestosa, costruita dopo la 2’ guerra mondiale, ma il 25 luglio del 1956, diretta a New York, dopo una settimana di navigazione da Genova, per l’Andrea Doria fu la fine. Speronata e tranciata dal mercantile svedese “Stockholm” della Swedish American Line, al largo della costa statunitense di Nantucket, fece vivere momenti di angoscia e terrore a chiunque si trovasse imbarcato. Era l’ultima sera che i passeggeri rimanevano su quella nave. Luci e bagliori erano sovrani nel salone delle feste. La serata di gala sfoggiata con i vestiti da sera… Risate, abbracci e scambi di indirizzi tra emigranti di terza classe. Uno scenario ridondante che ricorda la già avvenuta tragedia del Titanic. Ma cosa successe quella sera? La nebbia calava fitta sull’Oceano. Era per questo che il comandante Piero Calamai non si era mosso dal ponte di comando. Qualcosa gli faceva presagire che era necessario stare con gli occhi aperti per le condizioni metereologiche. Fu così che diede ordine ai suoi uomini di diminuire subito la velocità come era giusto in questi casi e di stare all’erta. Alle ore 23,10 un boato fortissimo terrorizzò i passeggeri e l’equipaggio. Uno squarcio triangolare dello Stockholm, invase la Doria, quando con la potente prua si diresse sulla nostra nave. La luce andava e veniva, la nave si era inclinata di 18’ e poi 20’. Il megafono arrivava a tratti nel salone, ma fu dato subito l’SOS. Il mare, intanto, aveva invaso già la sala macchine, e il transatlantico prendeva acqua da tutte le parti. Le grida dei passeggeri per l’urto furono tremende. L’equipaggio corse in aiuto con parole rassicuranti. Pierette era atterrita. Si teneva stretta al braccio della nonna, che era rimasta calma per non spaventare la bambina. Il nonno si era allontanato in cabina per preparare i bagagli e al ritorno in salone era affannato per la corsa con i pantaloni risvoltati. Furono repentini gli aiuti all’Andrea Doria, ma le scialuppe non bastavano per tutti, tuttavia il personale confortava e dava aiuto come meglio poteva. In primis la Stockolm, comprese che era grave l’accaduto e diede le prime scialuppe di salvataggio. In seguito arrivò la “Ile De France” che si prodigò a salvare anche la piccola Pierette. Alle ore 10,15 del 26 luglio 1956 l’Andrea Doria fu inghiottita nell’abisso. Furono 46 i morti. Il comandante Calamai, quando scesero tutti, non voleva assolutamente abbandonare la sua nave, ma intimato dagli uomini del suo equipaggio, che lo minacciarono di voler rimanere con lui fino alla fine, si convinse a scendere. La sua domanda prima dello sbarco: I passeggeri sono in salvo? Incontrati amici e parenti si abbracciarono. Compresero gli sforzi di Calamai per portarli in salvo, nonostante all’arrivo insinuazioni e sospetti lo misero in cattiva luce. Giunti a New York, Pierette e i suoi nonni si rifocillarono in un grande “Cafè”, dove c’era un’enorme confusione. Poi furono accolti dalla prozia e dal patrigno, che in seguito li accompagnarono a Detroit nel Michigan. Iniziata così per Pierette una nuova vita in America. Per 21 anni ha collaborato con giornali, associazioni, personaggi, giornali con articoli e interviste per tenere sempre vivo il ricordo della Doria. Ha combattuto, l’affascinante Pierette per riscattare la figura eroica del Comandante Piero Calamai e quella del suo equipaggio, che non esitò a rischiare la stessa vita per i passeggeri. Ecco perché l’italoamericana superstite dedica i suoi scritti ai viaggiatori, all’equipaggio, alla Fondazione, alle testimonianze del più grande salvataggio della storia della Marina. È necessario, ribadisce, non dimenticare la collisione, i relitti e i reperti. Durante le immersioni ci sono state circa 18 vittime, tuttavia i subacquei non demordono dalla fatica della ricerca, a causa delle correnti avverse. Un cammino culturale e sociale ardito e interessante. Più volte sostenuta da varie Associazioni come AIAE con la sua Presidente, la giornalista Castelvetranese, Cav. Josephine Buscaglia Maietta, Promoter, Producer e Radio Host della trasmissione radiofonica “Sabato Italiano” di Radio Hofstra University di New York, che contribuisce culturalmente e per la diffusione dell’italianità in radio. Pierette Simpson ha partecipato alla parata di Cristoforo Colombo, nel 2019 a First Avenue. Si evidenzia che con AIAE e la sua Presidente, Cav. Josephine Maietta, sfilarono su una scialuppa della Andrea Doria, contenente anche la campana storica dell’indelebile sciagura. È stato John Moyer il sommozzatore della campana reperita dal fondo del mare. Nell’evento è stata esposta la scialuppa del disastro, il cui proprietario è Mark C. Koch, Collector of Rare History. La Simpson ha scritto parecchi libri libri: Alive on the Andrea Doria: The Greatest Sea Rescue in History. Un evento eccezionale è “L’ultima Notte dell’Andrea Doria, I Passeggeri sono in Salvo?”, docufilm, scelto da una ventina di Film Festival Internazionali, con la collaborazione del bravissimo regista italiano Luca Guardabascio. Produttrice di eccellenza, dunque, invitata dallo stesso regista a proseguire la cooperazione. È da ricordare che Pierette è stata premiata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e dal Ministro per gli affari culturali, “Cavaliere della Stella d’Italia”. Importante evento a Detroit, dove ha ricevuto dal console d’Italia, Allegra Baistrocchi, il Cavalierato in “Onore della Stella d’Italia”, che la rende ancora più fiera di essere italiana. Si svolgerà a Boston il 24-25 e 26 luglio 2024 la commemorazione del sessantottesimo Anniversario della tragedia della nave Andrea Doria. L’evento è denominato “Soccorritori in mare” – “Commemorazione per il 68’ Anniversario della tragedia in mare dell’Andrea Doria”. Sarà la stessa Pierette Simpson che intervisterà i sopravvissuti. Arricchita da una proiezione del Docu-film “Andrea Doria I passeggeri sono in salvo”. La funzione religiosa “Laudatio funebris”, vedrà la presenza di un prete che eseguirà la liturgia. Sarà recitata una preghiera che era sulla nave al momento del disastro, in onore delle 46 vittime. Allieterà la serata un evento musicale. Il Presidente della manifestazione è il siciliano Robert Mannino. Un lavoro certosino per memorial per le vittime, che saranno rievocate da ogni sopravvissuto con il suono della storica campana dell’A. Doria, completamente, recuperata e restaurata da Mark Koch. Ci sarà anche la presenza della scialuppa n 1 della nave, dove durante la cerimonia presenti e superstiti faranno delle brevi gite nella lancia intorno al “Boston Arbor”.
L’intervista accorata, ma fortemente travolgente per l’accuratezza dei particolari, con la superstite italoamericana Simpson dell’Andrea Doria volge all’epilogo. Gentilissima sin da subito, si rivolge con affetto a tutti gli italiani all’estero. È dall’Italia fino in Australia che vuole ricordare quanto sia importante la sicurezza in mare e quanto sia arduo il lavoro professionale degli ingegneri navali, comandanti, ufficiali e Fincantieri. “Mai più tragedie in mare”, insiste.
“Il mare è la vita per un lupo di mare”, come si dice in gergo, “Chi vive in mare è più forte del ferro che cinge questa nave”, come recita la preghiera del marinaio.