Dallo swing al jazz, alle opere classiche un mondial trombettista

Giovanni Paracuollo, trombettista affermato in Italia e nel mondo, molte volte anche alla RAI. Solista ed erede di Luigi Francavilla ed apprezzato musicista da Ennio Morricone. Fautore del Jazz esportato anche in America, dove furono fondate le scuole del Jazz, in cui si è formato anche Louis Armstrong. Per il futuro l’insegnamento e vocal coach.

Quante emozioni provate al cospetto di uno dei più grandi fuoriclasse della musica classica italiana! Il trombettista navigato, che ci accoglie in video- intervista Zoom dalla sua casa di Salerno, è il Maestro Giovanni Paracuollo. Dopo il permesso di registrazione accordato, ci conferma che è nato ad Ancona, ma di famiglia napoletana. Figlio d’arte da nonno materno Giovanni, poeta e da nonno paterno Vincenzo, per circa dieci anni direttore dell’orchestra italiana presso il consolato in Algeri. Fu poi rimpatriato nel 1939 per motivi bellici, insieme alla sua famiglia. Il padre Ciro era clarinettista e nel ‘59 aveva vinto un concorso per un’azienda del monopolio di Stato. Ebbe poi il trasferimento a Napoli, precisamente a Cava de’ Tirreni. Per essere più vicino al luogo di lavoro, il papà preferì andare ad abitare a Salerno. Bambino prodigio, si sentiva attratto dalla musica. Aveva cominciato a suonare in banda con il maestro Avallone, già all’età di 7 anni e considerato musicista come tutti gli altri componenti di qualunque età. Il M.stro Avallone si accorge subìto delle qualità innate di Giovanni. Gli chiede se preferisse il trombone, ma lui è deciso e sceglie la tromba. A 14 anni diventa prima tromba, tuttavia in seguito non mancano le collaborazioni con i complessi più noti di quel periodo, “I Chicago”. Il suo mentore è stato il M.stro Luigi Francavilla, che in punto di morte gli aveva intimato di iscriversi, studiare al Conservatorio e prendere il diploma e poi scegliere. Giovanni, che era al 4’ anno della Facoltà di Ingegneria, abbandona gli studi universitari e si diploma al Conservatorio. Questa la grandezza del mentore musicista tanto amato da lui! Aver indovinato le talentuose sue doti. Francavilla nel dopoguerra creò la prima orchestra di swing non solo italiana, ma anche europea. Nel ‘46 mandava musica jazz via Radio da Roma al Nord America, dove era diventato celebre. Poi creò la sua orchestra la “Willy Frank and his orchestra” con artisti che divennero colonne, si ricordi Armando Trovajoli. L’orchestra è ora gestita dai suoi allievi e amici, con “l’associazione Francavilla”.

Il trombettista di Salerno, erede di Francavilla, diviene il talento del trumpet, che lo accompagnerà per tutta la vita, facendolo definire dal pubblico mondiale per il suo stile, “il Trumpeter elegante”. Basti guardare la fama già carpita dai grandi artisti incontrati, trombettista Sandro Verzari, il cornista Luciano Giuliani il soprano Aprile Millo e grandi direttori d’orchestra come Georges Pretre, Franco Ferrara e Giuseppe Patané, ed Ennio Morricone, che lo ha apprezzato e stimato come trombettista eccellente. La sua vita è costellata da successi mondiali, concerti solistici, dunque è un concertista.” Il Carnevale di Venezia” non erano in molti a suonarlo, perciò ha lasciato a Giovanni un posto primario tra i freecornisti trombettisti, che adoperano la tromba nel genere musicale del freejazz. Gli italiani del Sud sono stati sempre invidiati, poiché la comunicazione etica è difficile da trovare. In America si considera il jazz come inventato dagli americani, ma in realtà sono frutto di uno studio acerrimo da parte degli italiani. Ricorda lo studio intenso di musica classica, che è la sua base. Quando era giovane rammenta che ogni musicista doveva scrivere la musica nel pentagramma.

È da evocare che i suoi studi non si sono fermati solo alla disciplina che lo ha reso celebre in Italia e nel mondo, ma anche alla letteratura, arte, storia e poesia. È stato così che la sua fama, specie con “Il Carnevale di Venezia”, si è allargata ed è stato applaudito in tanti teatri e concerti in America, specie a New York. È stato tramite un poeta illustre napoletano, Mario Salvatore Senatore, noto negli States per i suoi ragguardevoli componimenti e come rinomato scrittore, che ha conosciuto la castelvetranese, Cav Josephine Buscaglia Maietta. Il M.stro Paracuollo la definisce “giovane e bella imprenditrice, immagine della generosità, tipica del popolo siciliano”. La Presidente “Association Italian American Educators”, AIAE, giornalista Cav. Josephine Buscaglia Maietta, è conduttrice e Promoter, Host della trasmissione radiofonica “Sabato Italiano” a Radio Hofstra University di New York, premiata dall’UNESCO, Prima “Radio University in the world”,in onda dalle 12:00 alle 14:00 sulla stazione radio WRHU.org FM 88.7, dove il trombettista è stato ospite.  Vuole rievocare che più volte si è trovato coinvolto dalla bravura della banda dei Carabinieri, poiché ha conosciuto tanti Prof. d’orchestra che ne fanno parte. Rammenta che, trovandosi in commissione in un concorso, si avvicinò il freecornino della banda. Era un siciliano, che lo salutò e poi rivolto alla platea, facendo segno verso il M.stro disse: “Questo signore è il Maestro Giovanni Parancuollo, che nel 1995 venne a suonare a Mazzarrà Sant’Andrea tre pezzi di fila, “La Lucia, Il trovatore e Il Carnevale di Venezia”, lasciando il pubblico in visibilio”. Gli chiediamo i suoi programmi futuri. Risponde che dopo essere stato idoneo a tutte le orchestre sinfoniche della RAI, che erano a Torino, Milano, Roma, Napoli e Palermo e dopo aver suonato tante volte per la Rai, per la scelta di solista, tante altre ha dovuto rifiutare. Per il futuro si propone di insegnare uno strumento che aiuti a saper cantare. La bellezza della musica supera ogni cattiveria umana: Bisogna arrivare all’apice, all’opera, al bel canto per poter fare il vocal coach. Prosegue che noi del Sud (siciliani, napoletani) abbiamo inventato l’opera buffa e l’opera seria. Da qui sarebbe un sogno, poter insegnare uno strumento e il controllo della voce, dunque insegnare a suonare per saper cantare. Il M.stro è sposato con la moglie Nunzia ed ha 2 belle figlie, Rosalia ed Anna, che portano il nome delle nonne. Insomma una famiglia stupenda, con 3 meravigliosi nipoti. L’epilogo della nostra intervista vede un Giovanni Paracuollo, fiero di essere italiano. Agli italiani all’estero, conclude esortando ì connazionali a farsi valere sempre e ad essere determinati in qualunque settore. Sono gli italiani, afferma Paracuollo ad aver creato la cultura.

Occorre difendere le radici e la nostra storia che vede gli italiani fervidi uomini e intelligenti menti nel mondo.

kettymillecro55@gmail.

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