Da Calatafimi Segesta all’America

Leonardo Mancuso, siciliano della Valle del Belice, emigra in America e vive a Long Island. Per avere successo è importante socializzare con persone di tutte le culture.

In un settembre dall’aria gradevolmente frizzantina, ci ritroviamo collegati via Zoom-web, dall’America, con un italoamericano dalla storia angosciante e peculiare. Leonardo Mancuso viene da Calatafimi-Segesta, prov. Trapani a 80 km. da Palermo. È il siciliano che il suo paese ha conosciuto fino all’età di 10 anni, quando il terribile terremoto della Valle del Belice, ha ridotto in lastrico la sua famiglia. Orripilante situazione, che insieme ai suoi cari ha vissuto! Il papà ottiene il visto per poter emigrare nella terra d’oltreoceano, che gli cambierà la vita. Con il suo entourage parte dal suo paesino e giunge negli States. È la grande mela, New York, che lo accoglie ancora infante.! Come per non tutti, tra i sogni che ricorrono nei pargoli, quello americano in Leonardo, al principio, non ha avuto un impatto positivo. Si aspettava certezze, accoglienza, gentilezza e generosità, tutte qualità che inizialmente gli sono state negate. Il nostro intervistato ora si commuove al pensiero di quei ricordi raccapriccianti di 57 anni fà. Anche il contesto scolastico non è stato dei migliori. Aveva avuto in Sicilia un maestro rigoroso, ma tanto umano, il maestro Sallitto, cui era molto legato. Il dolore di aver perso un maestro-padre, che alla sua partenza gli aveva fatto un regalo meraviglioso. Gli aveva donato il più bel libro per la vita: il libro Cuore. Poi ogni mese ciascun compagno doveva preparare una letterina e spedirla in America. Lo ricambia andandolo a trovare in Italia anche al cimitero. Con i compagni poi ha un rapporto Facebookiano. Ci racconta che in principio non apprezzava la lettura. In seguito la mamma gli fece capire quanti insegnamenti sgorgassero dal romanzo dello scrittore De Amiciis. Ancora oggi legge e riflette sul suo valore morale e quanto sia importante per mantenere la lingua. Andare in mondo nuovo, adattarsi a nuovi compagni è stato tanto difficoltoso! Non riesce a dimenticare il suo compagno di banco di colore nero. Disperato al vederlo non capiva, così dalla scuola chiamarono una zia, che gli spiegó che talvolta i biscotti in forno possono bruciarsi, ma che possono essere ugualmente molto buoni. Notava le differenze sociali e si sentiva preso di mira dai compagni. L’unico che lo ha sempre difeso fu proprio lui, Barry, il compagno nero, il più forte e buono, somigliante al Garrone del libro Cuore. In più doveva meritarsi quella 4’ classe che inizialmente pensavano non lo fosse. Leonardo, di grande intelligenza, non solo cominció ad eccellere in Storia, Geografia e Scienze, ma grazie a Miss Martin, che lo aiutò in inglese, entro giugno imparò la lingua. Con entusiasmo a giugno parlava bene l’English e fu ammesso brillantemente alla classe successiva. Grandi successi per Leonardo negli studi. A diciott’anni i compagni americanizzano il nome del giovane siciliano in Lenny. Mentre frequentava l’Università, lavorava in un magazzino. Una brava signora, oggi di 100 anni di nome Cherry, gli aveva insegnato come vendere. Con la famiglia lo portava a vedere le partite di football americano. Era una persona fantastica, di razza ebrea. Attraverso la sua conoscenza Leonardo ha compreso che non bisogna mai fare discriminazioni. Oggi vive a Long Island. È laureato, sposato con la moglie Linda, che ha esercitato l’insegnamento in un’Università di New York. Ha due figli Michael di 22 anni e Megan di 19 anni. Fa parte dell’Associazione “Figli e Figlie d’Italia”, dove Megan è stata eletta Principessa. Appartiene alla Kiwaniz of Bayside di New York ed è presente ogni anno alla Parata del Columbus Day nella 5’ strada di New York, il suo lavoro è Direttore di Banca e dirige anche altre Banche in New York. Per non dimenticare la lingua, ogni martedì insegna l’italiano e fa servizio di volontariato per l’Associazione cui appartiene. Per varie vicende ha scelto di svolgere attività no-profit, a favore di una malattia rara, molto diffusa nel mondo: l’autismo. La sua peculiare storia ha conquistato il cuore di tanti italoamericani, che ha incontrato durante gli anni. È stato molti anni fa che durante il loro corso ha incontrato l’Associazione AIAE, con la sua Presidente “Association Italian American Educators”, una colonna portante che ha sempre aiutato i suoi connazionali, Cav. Josephine Buscaglia Maietta, conduttrice e Promoter. La giornalista è Host della trasmissione radiofonica “Sabato Italiano” a Radio Hofstra University di New York, premiata dall’UNESCO, Prima “Radio University in the world”,in onda dalle 12:00 alle 14:00 sulla stazione radio WRHU.org FM 88.7, dove è stata ospite. L’ultima volta che è stato in Italia è stato 6 anni fà.

A tutti coloro che partono per un paese straniero, dall’Europa, all’America e persino in Australia, vuol raccomandare che per andare avanti e avere successo è importante socializzare con persone di tutte le culture. Soltanto così si potrà essere cittadini del mondo, cosmopoliti ed esercitare con serenità il diritto di comunicazione globale.

Kettymillecro55@gmail.com

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