La suora International pluripremiata

Suor Miriam Parolin, nata a Borso del Grappa (TV), da 34 anni al timone della fondazione di un centro di accoglienza. Fondatrice di Casa Priscilla (Padova), ha incentrato il suo coraggio sull’amore fraterno. “La sorella della carità” è conosciuta in America e persino l’Australia è terra a lei cara. In quelle terre lontane in tanti la conoscono per le sue opere di solidarietà.

Se è giusto che tutti i proverbi antichi sono veri, quello che fa al caso nostro è che “il viso è lo specchio dell’animo”. Suor Miriam Parolin è, come risulta dal suo percorso, l’emblema di persona dal cuore leale, trasparente, donna di carità, misericordia e solidarietà verso il prossimo. Dopo la consueta richiesta accordata di poterla intervistare, ci rendiamo conto di avere a che fare con una creatura di Chiesa speciale. Nata a Borso del Grappa (TV), da 34 anni è al timone della fondazione di un centro di accoglienza. Fondatrice di “Casa Priscilla Padova”, ha incentrato il suo coraggio sulla carità. Il suo supporto si è volto ai minori in difficoltà, alle donne maltrattate, alle vittime di violenza e alle famiglie bisognose. Ha ricevuto grandi onorificenze, dei quali afferma di non ritenersi meritevole. Come ipse dicit, il merito spetta a tutti coloro che in 34 anni l’hanno attorniata e contribuito alla riuscita del progetto. Il merito, perciò, ai suoi collaboratori, ai servizi competenti ed alle autorità preposte, per averla sostenuta nell’obiettivo. La sua grande umiltà la incorona “esempio di bontà”. Ha ricevuto il Premio Bontà S. Antonio a Padova; il Premio Melin John Fellow dai Lions Club International e il 18 ottobre 2025 dal Comitato della Croce, Presidente Fiorenzo Tommasi, riconoscimento “Premio Internazionale Bontà”, a Chioggia. Dell’Associazione l’obiettivo è stato sempre accogliere i bambini da 1 a 3 anni e le ragazze, che li hanno partoriti e affidati al nido, inserite in contesti religiosi e sociali. Ciò che è importante è l’accoglienza, che vuol dire aprire le braccia ai disagiati, prosegue. Alla nostra domanda se ha sempre sentito la chiamata vocazionale, Suor Miriam asserisce che non si è mai staccata dalla consacrazione ed è fortemente legata alla sua congregazione. Certo rivela che molte volte è stato difficile incontrare certe esperienze, tragiche e dolorose, dove ciascuna ha avuto una storia a sè. Tutte storie diverse, specie quando avvertite, consigliate, le donne hanno preferito abortire. Suor Miriam sostiene che non sono donne perdute, in quanto davanti a Dio possono riscattarsi e implorare la misericordia divina. L’esperienza continua vissuta accanto a loro le ha insegnato che non bisogna mai giudicarle. Costoro non vogliono essere giudicate, perché cercano conforto e non giudizio. Solo così si potrà sperare nella loro fiducia, che le farà palesare liberamente e far sentire internamente sicurezza. Ciò che emerge è la forte fede dell’ecclesiastica, la sua convinzione che di fronte ad una persona fragile occorre farla sentire tua, senza inculcare il proprio pensiero con forza. Bisogna, continua, amarle con delicatezza e pazienza fino in fondo, facendole comprendere che qualcuno le ama. Queste donne devono dimenticare il passato, ma è necessario essere leali, ma con dolcezza. Soltanto se si sentiranno amate si avvicineranno e si confideranno. Questo è il sì di Maria, “amare nella fermezza”, sostiene. “La sorella della carità” è conosciuta anche in America. È stato tramite il Presidente Fiorenzo Tommasi del “Premio International Bontà”, cui riceve l’onorificenza, con il fratello Damiano, definito il “Poliziotto dei poveri”, ha avuto contatti con l’America. È stato così che è stata individuata dall’Associazione AIAE, con la sua Presidente “Association Italian American Educators”, una colonna portante Radio, che ha sempre aiutato i suoi connazionali, Cav. Josephine Buscaglia Maietta, conduttrice e Promoter, già premiata qualche anno fà con l’ambìto “Premio Bontà”. La giornalista è Host della trasmissione radiofonica “Sabato Italiano”a WRHU, Radio Hofstra University di New York, premiata dall’UNESCO, Prima “Radio University in the world”. Suor Miriam è stata ospite radiofonica ed è ora conosciuta dal vasto pubblico dall’Europa, all’America fino in Australia. La nostra simpatica intervistata ringrazia l’America, che ha dato lavoro ai suoi due fratelli che non ci sono più. È la seconda patria in cui hanno creato le loro famiglie e le case per figli e nipoti. Si percepisce un tono strozzato ricco di emozione nella voce della religiosa, che afferma che anche l’Australia è terra a lei cara, dove vivono i figli di suo fratello. Si chiamano Robert e Sandra e le sono molto affezionati, come lei.  In quella terra lontana molti la conoscono per le opere di solidarietà. È in comunicazione con i nipoti, avendogli fatto conoscere una mamma Etiope con 3 bambini, che si è ricongiunta al marito in Australia. Periodicamente a nome di Suor Miriam si sentono, diventando amici.

Siamo all’epilogo dell’intervista, constatando questo difficile periodo di guerre, che possono portare ad un terzo conflitto mondiale. “Noi, argomenta la suora, non siamo a contatto con i grandi del mondo, ma i papi hanno gran voce. Non dimentichiamo le sante parole di Papa Francesco, la potente voce di Papà Leone XIV. Sono loro che gridano niente guerre, solo pace. Abbiamo bisogno, conclude Suor Miriam Parolin, che i grandi cooperino per il bene, perché le guerre disgregano. C’è bisogno di pace ed essere uniti nell’amore fraterno”.

kettymillecro55@gmail.com

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